Domanda:
Secondo voi, come giudicate i mancati investimenti Fiat promessi in Italia, e la mancaza di nuovi modelli?
2011-10-18 00:17:55 UTC
Dal Fatto Quotidiano

Il 21 ottobre gli operai Fiom del gruppo Fiat scenderanno in piazza per chiedere conto a Sergio Marchionne del suo piano “Fabbrica Italia”. Quando era stato presentato, il 21 aprile 2010, i vertici del Lingotto avevano promesso di raggiungere nel 2014 1,4 milioni di vetture prodotte in Italia con un investimento complessivo di 20 miliardi di euro.
ORA LA FIOM provocatoriamente presenta un mini-dossier dal titolo: “Cars missing in action, Auto scomparse in azione”, ovvero dove sono andati a finire le vetture di Marchionne? La Fiom ha presentato così la sua manifestazione di venerdì prossimo quando a Roma – non si sa ancora se il corteo richiesto sarà definitivamente autorizzato dalla Questura come scriviamo in altra parte del giornale – scenderanno in piazza i lavoratori Fiat, affiancati da quelli della Fincantieri che protestano contro i rischi di licenziamento.
Il senso della manifestazione, spiega Giorgio Airaudo, responsabile nazionale Auto che affianca Maurizio Landini nel-l’incontro con la stampa, sta nello specchietto che spiega le “auto scomparse”. Rispetto ai piani di Marchionne, dice infatti la Fiom, “la nuova Panda che si deve fare a Pomigliano è scivolata in avanti di quattro o cinque mesi, la nuova Ypsilon che toccava a Termini Imprese è stata spostata in Polonia mentre per il prossimo anno le cose andranno peggio”. La nuova auto “entry level” di segmento B, infatti, non sembra sia stata ancora progettata e non si sa dove verrà costruita; la LO da 5 e 7 posti, che si farà in Serbia, slitta a metà 2012 e forse ancora fino al 2013, non è ancora confermato il restyling della 500 mentre non ci sono notizie di progettazione per la nuova berlina Lancia di segmento C, la “Nuova Giulia” Alfa Romeo e il Suv di segmento C sempre dell’Alfa. “Marchionne ci dica dove è finito il suo piano” chiede Airaudo che aggiunge di non avere notizia nemmeno della nuova “city car”mentre la futura Punto, cioè il modello più importante, “ha visto sospesa l’attività di progettazione e nessuna notizia giunge dalla Mito 5 porte e dalla nuova spieder Alfa/Chrysler”. Airaudo lancia anche un altro allarme, quello per i posti di lavoro nell’attività di progettazione nella quale la sovrapposizione tra il “cervello” Fiat collocato a Mirafiori e quello Chrysler, a Detroit, potrebbe far scaturire prossimamente una dichiarazione di esuberi.
Intanto, il progetto di costruire 1,4 milioni di auto nel 2014, sembra lontano visto che nel 2011, al 30 settembre, le auto Fiat prodotte in Italia sono state 486.190 comprendendo anche il veicolo commerciale Ducato (145.672 “pezzi”) che si fabbrica alla Sevel di Atessa. Un mercato in forte affanno che si riflette sulle giornate lavorati nei vari stabilimenti e sull’utilizzo della Cassa integrazione da parte della Fiat. Dei sei stabilimenti italiani presi in esame (Mirafiori, Cassino, Pomigliano, Melfi, Termini Imerese, Sevel) solo quest’ultimo tra il 1 gennaio e il 30 settembre di quest’anno ha riempito i 205 giorni lavorativi “teorici”. Gli altri si sono fermati molto al di sotto, con il record di Mirafiori che ha lavorato 35 giorni su 205 battendo anche Termini (94) e la stessa Pomigliano (37). Nell’insieme dei sei stabilimenti si è lavorato 687 giorni su 1230 teorici, con un’incidenza del 55,8 per cento. E il futuro non sembra migliorare se è vero che a Mira-fiori stanno per cessare le produzioni di Idea e Musa con ripercussioni già visibili nell’indotto: alla Lear, che produce i sedili, sarebbero a rischio 450 dipendenti su 700.
ECCO QUINDI le ragioni dello sciopero del 21 ottobre: “Tenere unite le ragioni dei vari stabilimenti e quindi i lavoratori”. Ma Maurizio Landini si sofferma sull’aspetto più politico: “Noi vogliamo rimettere al centro dell’attenzione la necessità di un piano industriale, non solo per Fiat ma anche per Fincantieri che invece è pubblica. La politica industriale è la grande assente in questo paese e – sottolinea il segretario Fiom – anche la scelta della Fiat di uscire da Confindustria è un’avvisaglia del disimpegno in questo paese. Il governo dovrebbe chiederne conto invece di regalare all’azienda l’articolo 8”. Alla manifestazione, che partirà da piazza della Repubblica, per concludersi in un luogo ancora incerto, prenderà parte anche il segretario della Cgil, Susanna Camusso, che ieri ha invece annunciato la manifestazione nazionale dell’intera Confederazione il prossimo 3 dicembre. Obiettivo: denunciare “la condizione drammatica delle lavoratrici e dei lavoratori, il futuro del lavoro dei giovani, il no al precariato e le proposte della Cgil per un lavoro stabile, dignitoso e sicuro”.
Otto risposte:
marco_palomar
2011-10-18 00:39:21 UTC
Se la FIAT pretende di fare utili invece di inventarsi strane alchimie di borsa o di tagliare stipendi e diritti dei lavoratori (cose tipo 5 minuti in più di pausa possono costare 5-10 euro ad automobile finita, visto che il costo del lavoro rappresenta solo il 7% del costo della macchina), dovrebbe impegnarsi a produrre modelli nuovi, esteticamente e tecnicamente validi, proposti al giusto prezzo e in grado di far concorrenza alla Wolkswagen, la Renault, la Citroen, la Peugeot, la Hyunday e la Kia, ai giapponesi ecc.

Al contrario la Fiat oggi come oggi non ha alcun modello nuovo, vende le auto a prezzi superiori a quelli della concorrenza a parità di valore, ha una gamma ridottissima rispetto agli altri costruttori di auto e taglia anche gli investimenti sulla R&D dei nuovi modelli, rimandando sine die la loro uscita, e propone modelli discutibili e probabilmente brutti come la nuova Y. Così Marchionne sta affossando la FIAT, altro che rilancio.



Per Creattivo: per me non c'è alcun mito né esterofilia né provincialismo, come giudizio soggettivo la Fiat ha fatto modelli belli e commercialmente riusciti (le Panda, la Uno, la prima Punto e la grande Punto, per me persino la attuale Bravo o la prima Multipla) e modelli brutti (tutti i modelli di classe D tranne forse la prima Croma, la attuale punto Evo, la Mito, la nuova Y, la 16 ecc. ecc.); il punto è che oggettivamente oggi la Fiat ha in catalogo la metà dei modelli della concorrenza, di cui a parte due o tre hanno tutti almeno tre anni, con un costo superiore alla concorrenza a parità di allestimento, motore e dotazioni; inoltre mentre gli altri grandi costruttori lavorano sul lancio di nuovi modelli e spendono per il design e l'aumento della qualità percepita degli allestimenti interni, dalle plastiche ai tessuti, la Fiat resta al palo.

In più l'innovazione dei modelli Fiat è stata spesso dovuta a geni esterni come Pininfarina e Giugiaro, che è stato provvidamente (per loro) tolto dal mercato dalla Wolksvagen.
2011-10-18 08:44:58 UTC
Che dire...forse non tutti sanno che ordinano tutte le Doblò e le Qubo a un fabbricatore turco, che prende la metà dei guadagni!
gabry
2011-10-18 08:41:10 UTC
Il fallimento della Fiat in Italia.

Ciao.
Maximilien R
2011-10-18 08:26:13 UTC
C'è poco da dire: la Fiat investe, nell'attività per la produzione delle sue auto fuori mercato in quanto troppo costose e tecnologicamente superate, solo una piccola parte dei capitali che le vengono regalati dai governi di quei paesi nei quali entra esclusivamente per esercitare lo sfruttamento dei ceti disperati, affamati e nullatenenti.



Mar"p"ionne ha tentato di fare il pacco anche alla Merkel ma è stato mandato a f.c.! Cosa credeva? Che lo pagassero per la sua bella faccia da c...?



In Italia la Fiat si aspettava che gli investimenti di cui parli sarebbero usciti come al solito dal governo.



Il governo non ha scucito niente e allora niente investimenti.



Sarebbe ora che restituisse tutto quello che ha succhiato all'Italia e pagasse i danni ambientali che ha provocato con la produzione dei suoi catorci inquinanti!



L' Italia è l'unico paese occidentale nel quale i politici a partire dal capo dello stato non usa auto della Fiat, ci sarà un motivo o no?



@ capitanmichi

Ho capito il tuo senso sarcastico e ti do un punto.
capitanmichi
2011-10-18 09:25:52 UTC
Però, come siete difficili voi della FIOM? ok, non vi fidate di Marchionne, lo posso capire, ma che non vi fidiate di Bonanni, Angeletti e Sacconi, sindacalisti e Ministri d' Italia proprio non lo capisco. Se loro dicono che gli investimenti ci sono fidatevi, non hanno mai dato fregature agli italiani questi qua! o NO?!
?
2011-10-18 08:22:04 UTC
Sfatiamo il mito dei modelli Fiat brutti e di quelli della concorrenza strafighi. Questa è la classica visione provincialotta ed esterofila italiana, e sarebbe opportuno che si guardasse un filino indietro per rendersi conto che molte delle novità estetiche che vediamo sui modelli che osanniamo sono state proposte per prime proprio su modelli italiani.



Detto questo, la FIOM è un sindacato dei lavoratori e non è un azionista della FIAT o un dirigente. Per cui l'idea che la dirigenza dica alla FIOM o ai lavoratori in genere, le strategie sui nuovi modelli in uscita o addirittura di quelle dei modelli in progettazione, mi pare una visione più di laboratorio dell'idraulico che da grande azienda automobilistica.



La FIAT è una azienda.

Lo scopo di una azienda è generare profitto.

Le aziende non fanno beneficenza ai lavoratori così come i lavoratori non ne fanno alle aziende. Per cui la FIAT ha tutto il diritto di trovare soluzioni di lavoro che siano vantaggiose per lei, come azienda, nell'ottica di produrre automobili e generare profitto.



La FIOM è stata l'unico sindacato a contestare la contrattazione stabilimento per stabilimento e ad annunciare che nonostante avesse perso, avrebbe continuato a rompere i maroni. Non mi stupisce che la dirigenza FIAT si sia fatta due conti e abbia deciso di dirottare preventivamente la produzione dei nuovi modelli all'estero. Né mi stupisce che l'intenzione velata di FIAT sia di mettere gli stabilimenti italiani in ginocchio, fin'anche la loro chiusura, visto che produrre auto in Italia con queste condizioni sindacali e con questo costo del lavoro è semplicemente improponibile.



La FIOM non può da un lato rivendicare il diritto al lavoro e dall'altro mettere i bastoni tra le ruote all'azienda. Questi due atteggiamenti sono un aperto e diretto contrasto. Probabilmente la FIOM è l'unica sigla sindacale che non abbia alcun titolo per chiedere conto a FIAT dei ritardi (a mio avviso dovuti più dalla congiuntura non idilliaca che da altro), visto che è stata, è e temo sarà l'unica sigla sindacale che continua a pensare che il lavoro sia un diritto divino e che non possa essere né tolto né sottoposto a vincoli.



Lo dissi all'epoca della presentazione del piano FIAT e delle contestazioni della FIOM: i sindacalisti di questa sigla più che attaccare Marchionne dovranno spiegare tra non molto tempo come mai sono tutti rimasti senza lavoro. Ovviamente mi riferisco agli iscritti. I leader il bell'assegno mensile continueranno a cuccarlo lo stesso.
2011-10-18 07:19:06 UTC
mafiosi
?
2011-10-18 08:05:06 UTC
con un sindacato come la FIOM è veramente impossibile pensare di investire in Italia.



In America, con sindacati non cinghia di trasmissione dei comunisti, la Chrysler si sta risollevando, ha restituito il prestito allo stato e sta producendo utili. In Italia c'è una infinita guerriglia fra la Fiom e la Fiat.



La CGIL sta allontanando le aziende dall'Italia e non s'accorge che è la prima artefice della disoccupazione che a parole dice di voler combattere.


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