Domanda:
La politica è un campionato sportivo?
Pimpi
2008-01-25 14:13:03 UTC
Maxischermi in piazza, cortei, coriandoli, fuochi d’artificio e champagne. Con un vero clima da stadio parte della capitale ha vissuto così la caduta del governo Prodi.

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=236590

La caduta del governo, partitismi a parte, equivale ad un periodo di instabilità molto profonda e, nel caso di elezioni anticipate, ad una spesa cospicua che grava sull'erario pubblico.
Assistento a scene di isteria collettiva e immotivata mi è balenato alla mente il ricordo della vittoria dell'Italia ai campionati mondiali di calcio. Quello che mi chiedo è: qual'è il livello culturale di una popolazione che equipara l'euforia per un evento fatuo come la vittoria calcistica al segno tangibile dell'instabilità governativa e sociale del proprio paese? Esiste davvero la speranza che arrivi un "cavaliere" delle fiabe a risolvere i problemi profondi e radicati di un'intera nazione? E che ruolo ha avuto la manipolazione dell'informazione in tutto questo?
A voi la parola..
Sette risposte:
democratico71
2008-01-25 14:51:16 UTC
La deriva culturale italiana è ormai un dato di fatto, i fasti del Rinascimento e del Risorgimento sono lontani anni luce, il popolo e la politica italiana sono quelli che più, in Europa, si avvicina al modello americano, le due grandi coalizioni sono equiparabili a rebubblicani e democratici d'oltreoceano, a tutto ciò vanno aggiunti errori madornali commessi dai politici nostrani, di ambedue gli schieramenti, che stanno raschiando il fondo del barile, in primis una legge elettorale "porcata" fatta in fretta e furia (e furbizia) atta a mettere in difficoltà chiunque avesse governato, allenze inconciliabili, che hanno di fatto bloccato le benedette riforme di cui questo povero paese ha assolutamente bisogno, le naturali divisioni ideologiche che sono parte di una alternanza patetica, la totale distanza delle istituzioni dal cittadino comune, la perdita di contatto con la realtà di cui soffre la casta politica, che vive ben al di sopra di qualsiasi famiglia "normale" italiana, il servilismo inaccettabile di questi pseudopolitici nei confronti di banche, multinazionali e poteri forti, l'inadeguatezza di personaggi poco edificanti arrivati ai più alti incarichi grazie al clientarismo tutto italiano, a tutto ciò va aggiunto, come anche tu fai notare, la totale disinformazione o informazione vigliacca dei media, mirata ad instupidire ed a rendere gli italiani fobici e in continuo contrasto tra loro, l'aggressione verbale e la delegittimazione dell'avversario, la maleducazione e la disonestà strisciante, che viene innalzata quasi a virtù da una classe dirigente volta a primeggiare fregandosene totalmente dei bisogni reali degli italiani, una totale mancanza di meritocrazia nel paese di Pulcinella......a poco a poco ci hanno corroso e privato della nostra già flebile identità nazionale e culturale, e se fino a 30 anni fa Paolo Villaggio in Fantozzi rappresentò perfettamente la quint'essenza dell'italiano medio, ora la sua caricatura è quella del Cavaliere Berlusconi, figura molto più meschina ed amorale del simpatico ragioniere sfortunello.

Purtroppo credo che il processo sia irreversibile.......siamo noi i nuovi impauriti burattini ratealizzabili.....

Cordiali Saluti
carlo
2008-01-25 14:55:51 UTC
Ma di cosa ti meravigli? Ti aspettavi qualcosa di diverso ? Il grosso delle truppe della destra italiana è costituito da analfabeti della politica capaci soltanto di urlare slogans anticomunisti o razzisti.
?
2008-01-26 02:46:18 UTC
Le scene successive (e precedenti) il voto di fiducia sono state davvero becere.



Sputi in faccia e festeggiamenti da osteria.



E' risultato evidentissimo ancora una volta che a questi "signori" non interessa minimamente il benessere dell'Italia, perseguono solamente l'euforia del potere personale.



Ciao
cicholoco
2008-01-25 14:27:45 UTC
Oggi mi stavo ponendo la stessa domanda: credo che nella politica italiana poco sia cambiato dai miei tempi, fuorchè la forma.

Quando ero piccolo in televisione comparivano questi signori austeri che parlavano in maniera complicata, non si capiva niente, ma cercavano di dare di sé l'impressione di serietà e perbenismo che all'epoca erano dei valori.

Oggi questi valori sono scomparsi lasciando posto al becerismo calcistico.

Io di questo sono molto deluso, perchè penso che questi signori che dovrebbero fare le leggi del mio paese non dovrebbero comportarsi come un ultrà solo per il fatto che il loro ruolo di parlamentari significa RAPPRESENTARE delle persone e francamente oggi io non mi sento affatto rappresentato da quella curva di manfani che si urlano addosso di tutto.

Allora noi cittadini, per la strada,dovremmo prenderci a schiaffi a parolacce e a calci nel sedere tutto il giorno se chi dovrebbe esserci d'esempio si comporta così.
nuvoletta
2008-01-26 00:27:52 UTC
no: sono due bidoni della spazzatura diversi che gli italiani non riescono a rimuovere: è più facile ripulire Napoli che il parlamento.
2008-01-25 14:22:31 UTC
domanda stupenda!!!
colombre- inachis io version
2008-01-26 04:08:40 UTC
Effettivamente non ti si può dare torto. Non del tutto quantomeno. L'abitudine a trasformare la politica in un agone dove a confrontarsi sembrano essere più ultras che non idee sulle possibilii trasformazioni del paese, non è uno spettacolo edificante.

Vero... l'aspettativa che ci sia un "cavaliere" (mai tale riciclatissima allegoria sembra calzare per tutte le stagioni politiche dal '93 in poi) delle fiabe che sappia condurre in porto la lotta contro i cattivi è decisamente sovrastimata. Ma lo si sa... sparare contro il Berlusca è come sparare sulla croce rossa. Lo becchi sempre. Il cavaliere è come i cattivi dei fumetti.

Io che sono liberale come formazione culturale di certo non mi identifico con il protagonismo arcoriano, e turandomi il naso continuo a votare la cosa più vicino al liberalismo mi si offra attualmente sul mercato.

Ovviamente sono altresì lieto della implosione del governo Prodi. Ma niente caroselli o clackson per le vie della città.

Però...

devo rilevare che mi sono altrettanto rotto di sentire appelli alla responsabilità, al paventare scenari catastrofici di instabilità politica, all’evocazione di nuove Hiroshima istituazionali, quando a scendere dallo scranno governativo sia la sinistra. Ebbasta no?

Se- come nel '94- a cadere è Berlusconi, per due fattori quali l'inconsistenza politica della Lega e l'azione del vero quinto potere italiano quale sono i sindacati, io tutta questa apprensione non ce la vedo. Che a governare andasse "di fatto" subito dopo la sinistra, con un governo istituzionale (quanti rifugi offre la semantica per nascondere cose brutte), pur avendo perduto le elezioni è cosa che non mi sembrava avesse fatto rizzare i capelli ai costituzionalisti. O che Magistratura Democratica avesse di fatto liquidato il guardasigilli Mancuso assai prima di quanto le prerogative del Parlamento consentissero di ipotizzare, è una anomalia che non mi sembra che i politologi avessero rilevato con la dovuta preoccupazione.

No...

O che se una nave dell’esercito italiano avesse affondato una carriola del mare proveniente dallo stretto di Otranto carica di profughi albanesi non mi pare che avesse più di tanto fatto tremare i polsi di chi governava in quel momento… ovvero Prodi. La domanda è se tante emergenze democratiche si fossero vissute sotto un governo Berlusconi cosa sarebbe accaduto?

Quale emergenza per il rischio di democrazia si sarebbe stigmatizzata se fosse trapelata una cosa analoga a quando il Presidente della Repubblica Scalfaro insistette- invano- perché Bertinotti non abbandonasse la coalizione governativa? E quando un Maurizio Mannoni se ne uscì al TG3- servizio pubblico- con parole e sottolineature enfatiche di come egli non riuscisse a capacitarsi della crisi di quella maggioranza che egli sentiva tanto sua?

Mannoni non lo sapeva ma la sua esplicita delusione sarebbe stata presto lenita dal fatto che per un governo Prodi che se ne andava a casa, altri (D’Alema o Amato) erano pronti a prendere il posto vacante, quale che fosse il palese livello di sfiducia presente nel paese, sfiorando il parossismo politico.



Insomma… io non credo che le elezioni anticipate, pur comprendendo che una crisi è sempre una crisi, siano sempre una iattura. Ancor meno che la iattura venga evocata sistematicamente quando un governo di sinistra ha dimostrato- ampiamente- di non avere nelle corde di saper guidare il paese. Questo ben prima dell’affaire Mastella.

Vedi caro Pimpi.

Io non sono un politologo e assai più che le analisi di partiti e governi mi interessano le idee e l’immaginario collettivo che intorno a quelle idee si condensa. E credo di poter dire che in questi anni ho visto la sinistra italiana creare un immaginario pubblico- cui fanno parte da tanti giornali alla magistratura, da tanta editoria ai seguitissimi cabarettisti (ero in compagnia di molti zelighiani il giorno della prima scricchiolatura del professore, e non ti dico i musi lunghi…) - dove si ottenga un compiacimento negato a priori a qualsiasi contendente politico.

Sai caro Pimpi… a me di andare PRESTISSIMO a votare non riesce proprio a esserne dispiaciuto. Non sono allergico all'urna.

Ciao caro.


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