abbiamo già visto come nasce la Fininvest, adesso ci occupiamo delle Holding che controllano la Fininvest.
Le Holding, a dispetto del nome altisonante, sono semplici Srl: così gli aumenti di capitale si possono fare in casa, senza intrusi (Ministero del Tesoro e Bankitalia) che vogliono guardare le carte. Sono fondate il 19 giugno 1979 a Milano da Nicla Crocitto, un' anziana casalinga abitante a Milano 2, che detiene il 90 percento delle quote e viene nominato amministratore unico delle società, mentre il restante 10 percento è intestato al marito, il commercialista Armando Minna, già sindaco della Banca Rasini, e poi consulente di Berlusconi. Capitale sociale: il minimo, 20 milioni di lire per Holding, che sono ventidue in tutto.
Neanche sei mesi dopo, tra il 4 e 5 dicembre 1978, escono di scena i due prestanome iniziali delle Holding, Crocitto e Minna, e arrivano due fiduciarie: Saf (90 percento) e Parmafid (10 percento). La Saf, come si evince dai documenti acquisiti presso la Fiduciaria, acquistava le quote sociali delle Holding su mandato impartito, in data 05/12/78, da Silvio Berlusconi.
Tra il 29 giugno e il 19 dicembre 1979 alle Holding vengono compiuti robusti conferimenti.
Alla fine, il capitale sociale della Fininvest (52 miliardi) è controllato da ventitre Holding (per 49,98 miliardi) e da Silvio Berlusconi (per 2,02 miliardi). Ma a questo punto, di chi sono le Holding?
Nel 2003, la Fininvest risulta controllata da Silvio Berlusconi per l' 84,7 percento (2 percento direttamente, 82,7 percento attraverso 18 Holding); il resto è nelle mani di Marina Berlusconi (7,65 percento, attraverso la Holding Italiana Quarta) e di Pier Silvio Berlusconi (7,65 percento, attraverso la Holding Italiana Quinta). Le Holding adesso sono solo venti, essendo scomparse la Holding Italiana Sesta e quella Settima.
Come nel caso della Fininvest Srl, che nasce per poter aumentare il capitale senza i controlli di Bankitalia o il Ministero del Tesoro, anche le Holding (Srl) sono un esempio di scarsa trasparenza. Il punto centrale però è che i passaggi di denaro, i conferimenti finanziari, le operazioni cruciali avvengono in contanti, oppure "franco valuta" (cioè sono realizzati direttamente dai titolari delle società date in gestione alle fiduciarie, senza passare dalle fiduciarie stesse, dunque senza lasciare tracce nei libri contabili delle fiduciarie). Impossibile quindi ricostruire la provenienza del denaro.
E tra il 1978 e il 1985 nelle Holding entrano 93,93 miliardi di lire.
Origine: sconosciuta.
I giri finanziari chiusi.
Il "giro finanziario chiuso" del 7 dicembre 1978 fa partire ben 17,98 miliardi da un ordinante sconosciuto. Questi soldi vanno alla Fininvest "milanese", poi si dividono tra Saf e Servizio Italia, si riuniscono sui conti di zio Luigi Foscale, passano a Berlusconi, poi alla Saf, indi alle Holding 1 - 19, e infine alla Fininvest Roma, per poi tornare allo sconosciuto ordinante iniziale.
E' un giro contabile a somma zero: soldi veri non ne girano, ma, nel circolo contabile, le fiduciarie Saf e Servizio Italia vengono rimborsate da Fininvest del finanziamento soci di 16,43 miliardi, li passano al loro rappresentante Foscale, che li dà al proprietario, cioè a Silvio Berlusconi, il quale li integra con una piccola somma (540 milioni) e poi li passa alle Holding, che con quei soldi sottoscrivono l' aumento di capitale di 17,98 miliardi della Fininvest Roma Srl, (che, essendo una Srl, può aumentare il proprio capitale senza l' autorizzazione del Ministero del Tesoro). E' l' aumento che serve ad arrivare, come abbiamo già visto, ai 18 miliardi. Gli unici soldi veri però che entrano nel circolo sono i 540 milioni usciti dalle tasche del Cavaliere.
Il 4 ottobre 1979 scatta l' operazione Ponte: arrivano 11 miliardi di lire alle Holding 7 - 17, come prestito obbligazionario. I soldi partono dalla Ponte Srl, passano per la saf, le Holding 7 - 17, Fininvest, Italiana Centro Ingrosso Srl, e con cinque giroconti ritornano alla società Ponte, rappresentata da Enrico Porrà, un invalido di 75 anni colpito da ictus.
Porrà risulta essere il titolare di altre sei o sette società, tra cui la Palina Srl, una società fondata il 19 ottobre 1979 da lui e da Adriana Maranelli, una colf emiliana....... Porrà, quando c'è da firmare qualche documento, va dal notaio su una carrozzella spinta dai consulenti di Berlusconi. La Maranelli invece ha dichiarato: "Fu la signora Itala Pala, presso cui ero a servizio, a chiedermi di firmare quelle carte nello studio del suo amico, il ragionier Marzorati, un consulente di Berlusconi. Mi dissero che non c'era niente di illecito, e mi pagarano per farlo". Presso l' abitazione della signora Pala erano domiciliate molte società, tra cui, appunto, la Ponte e la Palina. Proprio la Palina il 19 dicembre versa 27,68 miliardi di lire alla Saf, che li trasferisce alle Holding 1 - 5 e 18 - 23, che li passano alla Fininvest, che li paracaduta alla Milano 3 Srl, che li restituisce alla Palina. Questi 27,68 miliardi dati alla Palina dalla Milano 3 Srl risultano essere il pagamento di duemila azioni della Cantieri Riuniti Milanesi, amministrata da Marcello Dell' Utri. Una bella cifra, se si pensa che quelle stesse azioni erano state pagate dalla Palina, poche settimane prima, soltanto 4,26 miliardi di lire, cioè, in pochi giorni, si è creata una gigantesca plusvalenza, in casa.