I lavori sono fermi.
I "NO TAV" anche.
Parte uno, partono gli altri.
Credo si dica "Chiuso per ferie"
Comuque, scherzi a parte, l'ultima riunione è del 5 luglio, e quello che segue è il commento del Comitato No Tav di Torino.
Se ti interessa l'argomento e non era un sarcastico e prevenuto atteggiamente critico ancora una volta senza base contro la sinistra ... beh, mettiti il cuore in pace e leggi.
Poi, se vuoi, riprendi con il sarcasmo, ma almeno da persona informata e non da ignorante come sembreresti.
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"COMITATO NO TAV TORINO
Dall'indomani del 29 giugno scorso, giorno in cui si è riunito a Roma il cosiddetto "tavolo politico" sulla Torino-Lione, grandi titoli sui giornali: "Il governo intende rispettare gli impegni con l'Europa sul corridoio 5" esordisce Prodi aprendo i lavori. "L'incontro si è svolto in un clima completamente diverso da quello del 10 dicembre 2005 e il giudizio sul confronto è ampiamente positivo" risponde Ferrentino. Il sottosegretario Letta afferma che "il corridoio 5 dovrà attraversare la Valsusa rispettando gli standard europei" (pendenza non superiore al 2%, ndr). Ferrentino sostiene che "questa impostazione ci va bene perché comprende anche l'opzione zero" (la linea storica, con pendenza max. 3,4%, ndr). Pochi giorni dopo Rainer Masera, presidente della CIG (conferenza inter-governativa), parlando dell'incontro del 4 luglio con i francesi a Lione spiega la strategia del governo: "una discontinuità nel metodo mantenendo la continuità dell'obiettivo."
Questo è quanto riportano i quotidiani e ciò che si legge nelle dichiarazioni dei protagonisti.
Ma come stanno veramente le cose? La Valle di Susa che dice? Cosa è cambiato? Tutti buoni e zitti in attesa dei nuovi incontri del tavolo politico e dell'avvio dell'osservatorio tecnico? Quali le prospettive? Quali le iniziative?
Mercoledì 5 luglio si è svolto a Bussoleno un atteso confronto tra Comunità Montana, sindaci e comitati per dare una risposta a queste domande.
Se qualcuno si aspettava (o peggio: sperava) che emergessero divisioni nel fronte NO TAV si metta il cuore in pace: dovrà avere ancora molta pazienza e rischia grandi delusioni. Certo non sono mancate critiche a qualche eccesso di ottimismo espresso a caldo dopo la riunione di Roma e dettato forse più da ragioni di opportunità riconducibili a quel linguaggio della politica di cui si parlava prima piuttosto che da una ingenua sottovalutazione di problemi ancora tutti aperti. Certo è difficile immaginare che al tavolo di palazzo Chigi la capacità di persuasione dei sindaci che illustravano al governo le loro (le nostre) ragioni abbiano prodotto una grave crisi di coscienza nei rappresentanti del governo: tutti sanno bene che chi vuole procedere con la realizzazione del TAV, faccia parte di questo governo o di quello che lo ha preceduto, non chiede di essere convinto e non vuole essere convinto: è già convinto, e al massimo può prender tempo se vengono a mancare le condizioni..."
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Grazie a chi ha letto.